Questa poesia di qualche anno fa è dedicata a coloro che ancora sentono di dover dire qualcosa, nonostante il dolore, le difficoltà e la morte civile di questo paese. Per chi come me non riesce a stare zitto:
Canto la mia libertà
Gridata a piena voce
Libere parole
perchi libertà di parola non ha.
Canto Eldorado
Esperanto
Le città dei cento sigilli
che sciolsero
le catene
a cui i deboli di oggi
sono ancora legati.
Canto le facce ossute
Imploranti
Dalle schiene segnate
dal sole.
Così trovo la mia libertà,
in quella vissuta da altri
e che gli fu strappata,
lottando,
gemendo,
solo per averne parlato
su un libro.
Ma nessun gesto
è stato sprecato.
Perché esistono
libertà
che ancora non
conosciamo.
La Madre
di tutte le madri
risponderà a
Uomini e Donne
trincerati nella
fredda pietra nuda.
Non ci sarà più paura.
Solo un coro di anime
sinfoniche
E le stupide leggi
e i riflussi del mondo
non avranno più senso
né voce.
Per questo canto.
Cosciente della
mia
inutile grande parte.
Filippo Infante